3 serie di Netflix che soffrono di Instagrammite

È passato poco tempo da quando non sapevo resistere a una puntata di “Occhi di Gatto”. Mi incanterei ancora adesso davanti allo schermo se mi capitasse di vederlo, ma non avere il televisore in casa aiuta. Ne sono soddisfatto per due motivi:

  • Non ricordo l’ultimo piatto che ho lavato in vita mia e probabilmente l’ho solo sciacquato per metterlo in lavastoviglie.
  • Ho l’abbonamento a Netflix e stare senza televisione non significa più non avere nulla da guardare la sera.

In questi anni però sono successe parecchie cose, tra cui l’onnipresenza dei social network e sopratutto è nato Instagram.

Ma cos’è dunque l’instagrammite?
Quelle foto perfette che ti intasano il feed ormai sono ovunque. Il cielo non è abbastanza blu a meno che non sia iper-saturato, con un contrasto altissimo e nitido come se non esistesse l’ozono. Il bilanciamento tra alte luci e ombre viene fatto con la livella a bolla. Il filtro Claredon è utilizzato anche per le foto della prima comunione.
Quest’invasione non risparmia le serie televisive, con registi che si fanno in quattro per impostare un buona componente cromatica ma dimenticando elementi secondari come trama, dialoghi e narrazione.
Questa è l’instagrammite: immagini stupende per storie inesistenti.

Ho visto e (in alcuni casi segretamente apprezzato) queste 3 serie che vi porto ad esempio.

Riverdale

Teen Drama del 2017 nato da un fumetto della Archie Comics. Adattato per lo schermo dal direttore creativo Roberto Aguirre-Sacasa è prodotta da Greg Berlanti. Rispetto al fumetto originale ho letto che la versione per lo schermo è più cupa, sexy e incentrata sulle maldicenze tra i personaggi.

Curiosando sulla pagina Wikipedia sembra ci sia una trama, ma oltre a un delitto, un personaggio gay tratteggiato a grosse linee che se la fa con un cattivone bonone e qualche mossetta sexy adolescenziale non ho capito di cosa tratti. Son tutti fighi e molti hanno i capelli rossi, ma rossi rossi tipo henné mischiato con succo di barbabietola per capirci. Alcuni hanno gli occhi verdi, spesso sono vestiti di bianco e qualcuno produce sciroppo d’acero. Considerando che io mi sporco solo guardando la bottiglietta che lo contiene mi domando come sia possibile.

La fotografia è bellissima. Quasi ogni scena meriterebbe un approfondimento sulla colorimetria, assolutamente innaturale, e l’utilizzo costante di colori al neon da l’impressione di guardare un artefatto della computer graphic.

Per approfondire:

Riverdale su Wikipedia
Riverdale su imdb.com

Shadowhunters

Serie TV fantasy/sci-fi del 2016 nata dall’adattamento della saga letteraria The Mortal Instruments realizzata da Ed Decter. La storia dei 5 libri è stata trasformata per realizzare 3 serie.

Tutto inizia in una scuola d’arte in cui una studentessa cerca di entrare portando dei bozzetti che saprebbe fare anche un bambino. Rifiutata – l’ho detto che erano brutti? – va in discoteca per ubriacarsi e tra i fumi del terzo cocktail assiste a un omicidio che nessun altro vede. Troppo ubriaca? Dal numero di puntate successive direi di no.
Ho smesso di seguirlo al secondo episodio ma l’ho guardato fino alla fine. A parte il limone duro tra Alec e Magnus tutto il resto meriterebbe di essere buttato nel dimenticatoio. Mi ha talmente annoiato che ogni tanto mi viene voglia di comprare i libri per malsana curiosità.

La fotografia è stupenda a partire dalla sigla. Loro sono bellissimi. Magnus è truccato benissimo, gli si prospetta un futuro come youtuber se gli gira male essere il sommo stregone di NY. Hashtag DarkMagicIsBeutiful e morta lì senza farne 742 puntate.

Per approfondire:

Shadowhunters su Wikipedia
Shadowhunters su imdb.com

Versailles

Serie storica franco-canadese in costume ambientata ai tempi della costruzione di Versailles dal ventottenne Re Sole. Creata da David Wolstencroft e Simon Mirren ci sono voluti quasi cinque anni di preparazione prima di iniziare a filmare. Non ho capito cosa abbiano fatto in tutto quel tempo, forse l’elemosina per rimediare budget?

Sarebbe interessante ricordare al regista che durante il regno di Luigi XIV non esisteva l’idea di igiene a cui siamo abituati in epoca moderna. Vedere tutti quei corpi che si rotolano tra le lenzuola continuamente, incessantemente e carnalmente mi sembra un po’ fuori luogo. Ma la puzza? Online ho scovato una curiosità: la storica Pauline Ferrier-Viaud ritiene che «I dialoghi sono “incompatibili con la mentalità della Francia del XVII secolo”» e non ci va piano nemmeno con tutto il resto. Brava Pauline.

La fotografia è incredibile: colori freddi, luce forte, alto contrasto. Capelli lunghi per tutti: peccato che avrebbero dovuto essere parrucche. Rappresentare la corte del Re Sole come illuminata di una luce gelida non me lo sarei mai aspettato proprio.

Per approfondire:

Versailles su Wikipedia
Versailles su imdb.com

E tu come la pensi?

Non ho potuto resistere a scrivere un titolo di questo tipo. Non dell’aver ceduto al titolo con il numero, che mi sembra il migliore per questo tema, ma delle tue serie televisive preferite. Lascia un commento qui sotto!

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