Non ho mai portato a termine la pubblicazione di un blog personale e ho un lavoro la cui componente principale è la scrittura su internet. Ogni giorno scrivo articoli più o meno lunghi: non ne ho abbastanza?
Sono convinto che la scrittura sia un muscolo che va allenato: quotidianamente metto in fila parecchie parole, sia per lavoro che per piacere. Sono però bloccato di fronte all’idea di “pubblicare” pensieri personali perché temo che possano essere letti, e giudicati, dalle persone per le quali lo faccio per lavoro.
E se poi non piacesse?
Quello che mi blocca maggiormente è il giudizio, un giudizio che potrebbe scivolare dalla scrittura personale su quella professionale. Del resto, se compri un libro di un autore che non ti affascina, difficilmente gli darai una seconda possibilità.
Cosa succederebbe se accadesse sul lavoro?
Probabilmente nulla: un valore aggiunto è l’argomento. Un libro ti prende o meno a seconda del tema trattato. La lettura di testi brevi altrettanto. La capacità di interessare o meno il lettore è abbastanza assicurata da qualche trucchetto che ormai ho interiorizzato.
E se poi non mi leggessero?
Ma alla fine, per chi lo sto facendo? Per quale motivo pubblico dei post?
Certo, una effimera volontà di essere letto, apprezzato e commentato è intrinseca. Ma voglio concedermi una lunga, lunghissima fase in cui non è il numero dei lettori e il loro apprezzamento non sarà un metro di giudizio.
I motivi sono molteplici:
- Scrivo per me stesso, e per una categoria di poche persone che lo fanno per… cercarmi.
- Scrivo per la necessità di farlo, di darmi degli obiettivi e raggiungerli. L’allenamento ad una corsa podistica o una maratona poco differenziano da questi testi.
- Scrivo per creare una memoria esterna di quello che, durante l’allenamento, imparo e ho imparato.
- Scrivo per una persona, una persona che al momento non esiste, o forse esiste, ma non sta cercando quello che scrivo.
- Scrivo per il gusto di farlo, per far scorrere i miei pensieri dandogli una forma.
- Scrivo per sperimentare, tecniche e metodi, strategie e modalità.
Voglio uscire da una confort zone in cui sperimentare fino in fondo il learning by doing. E godermi la fortunata situazione di scrivere senza che nessuno possa giudicare quello che legge.
E se poi piacesse?
E contraddisse l’inizio tutto quello che ho pensato e scritto fino ad ora?