La neve che accarezza le camelie. E i corvi che attraversano la strada

Viaggiavamo di notte, su un pulmino riconvertito a camper con due panche al posto dei letti. Alla destra, al posto di guida, Fabio stava seguendo la strada, stanco da una giornata passata al volante. Alla sinistra, distratto e con una cartina in mano, cercavo di capire dove ci trovassimo.
Buio. I fari illuminavano una cinquantina di metri davanti a noi.
Un fruscio di piume contro il montante del parabrezza. Una figura nera aveva compiuto un breve volo da un lato all’altro della carreggiata.
In quale momento il viaggio si era trasformato in una discesa in un film horror?
Facemmo una pausa per allentare la tensione. E iniziammo a ridere. Nessuna ammissione di paura. Una risata liberatrice si perse nel buio.

Tanto è la ragazza grassottella e simpatica a morire per prima nei film horror”.
La mia vita sentimentale riassunta egregiamente. Batticuori, cotte e innamoramenti adolescenziali raccontati in meno di quindici parole. Questa è capacità di sintesi.

Una sorta di beffarda legge del contrappasso mi ha portato a leggere “La neve che accarezza le camelie” di Lisa Arsani, Les Flâneurs Edizioni. Personalmente ritengo che sia la dimostrazione delle numerose migliorie che può ricevere l’algoritmo di suggerimenti di Amazon.
I dialoghi mi hanno ricordato una scena geniale di Angels in America, quella in cui Louis, infuriato con Belize, gli dice “Il vero amore non è mai ambivalente”. Durante la lettura mi sono fermato un paio di volte a sorridere e dire: “Sì, vabbè. Non funziona esattamente così!”.
Nel libro c’è tanta luce. Ovunque. In qualunque momento. Le scene tra le lenzuola di notte sembrano inondate da un bagliore accecante. Il trasporto emotivo tra i due protagonisti si risolve con l’energia di un regionale veloce bloccato dal ghiaccio. Sembra che in ogni pagina si posi una delle farfalle che svolacchia nello stomaco dei protagonisti.
Ho cercato l’antagonista in ogni parte del testo inutilmente.
Sono arrivato all’ultima pagina del libro sorridendo e riconoscendo il gradino che mi ha fatto inciampare nel baratro dell’immedesimazione: Aliseo è spesso a cavalcioni della sua moto e Aimeric si sposta per la città in Scarabeo, o forse in motorino.
Ero io quello con lo Scarabeo. Giallo banana marcia. Velocità massima 45 Km/h in discesa. Il mio centauro spero non legga mai queste parole. È stato un antagonista perfetto.

Ancora seduto al posto del passeggero, questa volta alla destra, su un’auto molto più comoda rispetto al van, riconosco che il sunto di Fabio, negli anni, ha acquisito le balsamiche proprietà del DDT per i vermi in cui si trasformano, inesorabilmente, tutte le farfalle nello stomaco.

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