Archeologia Informatica Industriale

L’evento della settimana per tutti i proprietari Mac: WWDC2018.

Il rumore dei tasti del mio primo portatile Mac è indimenticabile. Per me è paragonabile solo a quella piacevole sensazione sotto i polpastrelli che esercitava il materiale di cui era fatta la tastiera. Metallico, soffice, leggero sono i tre aggettivi che mi vengono in mente ripensandoci e subito torno indietro nel tempo a quando ho ricevuto il mio primo Mac.

Scrivere mi è sempre piaciuto, ma da quando avevo messo le mani su quel computer le mie mail erano diventate un po’ più lunghe: trovavo sempre una frase in più con cui chiudere una mail per sentire quel rumore sottile e affascinante.

Da allora è passato un po’ di tempo e qualche innovazione tecnologica: più o meno una decina di sistemi operativi tra MacOS e iOS ma il confort di quella tastiera è rimasto insuperabile.

Se ancora non l’avessi sentito lunedì si è tenuto il WWDC2018, la WorldWide Developers Conference, in cui sono stati annunciati i nuovi sistemi operativi, le loro funzioni e gli ultimi update dell’ecosistema chiuso Apple: non vedo l’ora di poter scaricare Mojave sul mio iMac e provare la modalità dark mode per scrivere un articolo su questo blog. Oltretutto mi farò una risata pensando a tutte le persone inca**ate con i nuovi sistemi di salvaguardia della privacy a disposizione. Poi sarà il momento di aggiornare il cellulare e provare un FaceTime con più partecipanti prima di usare il Walkie-Talkie integrato nel nuovo sistema operativo dell’Apple Watch.

Purtroppo non è l’unico sistema operativo della mia vita: per lavoro utilizzo un (brutto) windows, mi hanno dato un (difficile) cellulare Android e devo usare la (poco user friendly) piattaforma di office. Qualche giorno fa ho utilizzato un Surface per necessità e, da buon utente iPad Pro, ho subito preso in mano la penna al posto del mouse: non ho ancora capito come avrei dovuto abbinarla.

La più grande delusione? La tastiera. Che suono orribile.

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