In 9 anni sono venuto a Trieste 5 volte: la prima volta è stata una sorpresa, ogni anno successivo una scoperta.
Per me è una città sempre affascinante, a partire dal dizionario utilizzato dagli autoctoni e non condiviso con il resto d’Italia. Un esempio è: “un po’ d’aria” che descrive ogni giornata in cui il vento non supera i 90 km orari.
Ogni volta rimango colpito dalla bellezza di Piazza Unità d’Italia. Sia di giorno che di sera può essere considerata tra le più belle piazze italiane. Uno dei 4 lati da sul porto creando un effetto mozzafiato di notte, con tutti i palazzi illuminati o al tramonto, quando tutto si tinge di arancione.
Personalmente apprezzo anche tantissimo via Bellini, una viuzza che unisce le Rive al centro: in mezzo alla strada c’è un canale per le imbarcazioni più piccole e lungo i palazzi storici ci sono bar e locali.
Per me che non mangio pesce/crostacei & co. può essere problematico mangiare in alcune città di mare, ma non a Trieste: a partire dalla Jotta, passando per la spalla di prosciutto cotto e arrivando fino allo strudel di mele c’è sempre un piatto buonissimo da mangiare.
Ultimamente sto scoprendo la cucina carsolina: un’avventura magica! 40 minuti di auto separano il centro città dal Carso, zona montuosa in cui la cucina trae ispirazione dal retaggio austriaco, la vicinanza slava e l‘ospitalità italiana.
I pranzo hanno una durata media di 2 ore e mezza e si parte dagli affettati per arrivare fino ai dolci in un susseguirsi di gusti caserecci e sorprendenti.
2 luoghi che ho scoperto questo week end:
- Eataly sulle rive, in cui puoi mangiare un gelato contemplando il porto e le navi merci in lontananza.
- Museo Revoltella, palazzo nobiliare con un interessante intervento architettonico di Scarpa.
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